L’Ufficio europeo dei brevetti (Epo) ha respinto un’opposizione presentata contro un brevetto depositato da Syngenta, un colosso cinese con sede in Svizzera, relativo a peperoncini dolci e piccanti resistenti alla mosca bianca.

L’opposizione era stata presentata da una coalizione di associazioni di 27 paesi riunite nell’alleanza No patents on seeds! (Nessun brevetto sui semi!). Secondo i ricorrenti, Syngenta non avrebbe inventato nulla di nuovo, ma avrebbe semplicemente incrociato una varietà selvatica giamaicana con una pianta di peperoncino commerciale.

Il brevetto non riguarda solo le piante, ma anche i loro semi e frutti, i metodi di produzione e il loro utilizzo, nonché l’identificazione del “tratto di resistenza agli insetti”. Secondo un rappresentante di Swiss Aid e membro della coalizione No patents on seeds!, l’assegnazione di esclusive riguardanti piante prodotte attraverso processi essenzialmente biologici è problematica per i piccoli allevatori, gli agricoltori e i sistemi alimentari nel loro complesso.

La decisione dell’Epo non ha fornito il segnale che la coalizione si auspicava.

Secondo un noto docente presso la facoltà di Scienze dell’Università di Amsterdam, non ci sarebbe nessun legame tra la pianta e i Qtl (quantitative trait locus – tratto quantitativo) descritti dall’azienda, e il documento presentato da Syngenta sarebbe semplicemente una semplice descrizione di un processo di coltivazione rudimentale.

La pratica di brevettare semi, piante e tutto il materiale biologico derivato è sempre più diffusa e pone diversi problemi, tra cui la concentrazione del mercato delle sementi, l’ostacolo all’innovazione e un rischio per la sicurezza alimentare.

In conclusione, la decisione dell’Epo di non revocare il brevetto di Syngenta sui peperoncini resistenti alla mosca bianca ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni che si oppongono alla brevettabilità dei semi e delle piante.

La decisione ha confermato che i brevetti sui semi e sulle piante sono legalmente vincolanti in molti paesi europei e ha sollevato la preoccupazione che la concentrazione del mercato delle sementi possa danneggiare i piccoli allevatori e gli agricoltori, circostanza di non poco conto in paesi come l’Italia.

Inoltre, l’opposizione ha sottolineato la mancanza di un’effettiva invenzione nel brevetto di Syngenta, che secondo gli esperti scientifici sarebbe semplicemente una descrizione di un processo di coltivazione rudimentale.

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